Tra le carte lasciate dal prof. Doro Levi (Direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene dal 1947 al 1976) si conserva un fascicoletto curato da Anna Koumanidou, moglie del Direttore, che raccoglie la corrispondenza con gli allievi della Scuola a lei particolarmente legati.
Nell’anno 1955, l’allieva Enrica Fiandra – appena entrata alla Scuola – ricevette l’incarico dal Direttore Levi di collaborare al progetto del Museo Stratigrafico di Festòs.
Fiandra, nota per il suo “sicuro giudizio dettato dal buon gusto”, scrisse alla kyria Anna tre lettere:
- una per sottoporle il progetto (Figg. 1-4),
- le altre due trasformate in graphic novel, con cui raccontava l’andamento dei lavori e i rapporti con gli operai impegnati nella costruzione (Figg. 5a-b; 6 a-d).
Un esempio di come l’archeologia, l’architettura e la creatività grafica possano intrecciarsi, restituendoci non solo la storia di un progetto museale, ma anche la vita quotidiana di una missione archeologica.
IL PROGETTO. Da una lettera inviata alla signora Anna Levi nell’agosto del 1955 (Fig. 1a-b).
Gentile signora, le invio la pianta, la facciata ed uno schizzetto dell’interno del museo (Fig. 2). Descrizione: l’edificio è modesto ed economico perchè deve rispondere a due requisiti essenziali: stare in sordina per disturbare il meno possibile il paesaggio e costare molto poco. Spero però che in complesso risulti grazioso nella massima semplicità. A destra, guardando la pianta, vi è l’edificio preesistente. Il museo si addossa al terrapieno retrostante essendo l’intercapedine di soli m. 0,60. Due gradini portano ad un ingresso esterno coperto da incannucciate. L’ingresso vero e proprio fa parte del museo pur essendo appartato. Una bassa paretina divide l’ingresso dalla saletta di studio e conservazione. La sala del museo è sfruttata al massimo per le cassette (circa 1000) e piu i vasi completi posti in ripiani nella parete di fondo. La luce viene dall’alto. Le cassette saranno in legno chiaro, il pavimento a mosaico di color rosso cupo come quelle stoffe che ha comprato per i sofà di Iraklion. La paretina cui sono addossati i grossi vasi dell’ingresso è bianca. Quella che divide il museo della saletta e dell’ingresso può essere decorata con una grande pianta del palazzo di Festòs (Fig. 3-4). L’esterno, completamente senza finestre, è in pietra semplicemente imbiancata a calce [...]. I pini e gli altri alberi davanti alla facciata dovrebbero costituire un ricamo vegetale nel fondo bianco della parete. (Fig. 2, ©Archivi SAIA, Fondo Levi) [...] ”.
Fig. 1 a. Lettera del 25-8-55. ©Archivi SAIA Fondo Levi.
Fig. 1 b. Lettera del 25-8-55. ©Archivi SAIA Fondo Levi.
Fig. 2. Lettera del 25-8-55. Planimetria e prospetto del Museo stratigrafico ©Archivi SAIA, Fondo Levi.
Fig. 3. Lettera del 25-8-55. Proposta di sistemazione dell'ingresso e della saletta di studio e conservazione. ©Archivi SAIA Fondo Levi.
Fig. 4. Lettera del 25-8-55. Proposta di sistemazione dell'ingresso e della saletta di studio e conservazione. ©Archivi SAIA Fondo Levi.
L'ESECUZIONE DEI LAVORI
I lavori di costruzione sono a buon punto ma Enrica si accorge che le impalcature per il getto di cemento sono state montate diversamente rispetto al progetto e quindi mostra all'ingegnere e agli operai il disegno e pretende che si aggiusti. Nonostante i diverbi con gli operai, la sera viene invitata a festeggiare.
Fig. 5 a. Lettera del 10 novembre 1955 (©Archivi SAIA, Fondo Levi).
Fig. 5 b. Lettera del 10 novembre 1955 (©Archivi SAIA, Fondo Levi).
I lavori proseguono e Enrica corre tutto il giorno dividendosi tra il cantiere di costruzione e quello di scavo. Il tetto del Museo stratigrafico è ancora una volta sbagliato, il lucernario è stato incassato tra le pareti. Per la quarta volta gli operai sono costretti a rifare i lavori e alla quinta finalmente Enrica afferma che il lavoro è mediocre ma può andare bene. Dopo i rimproveri della Fiandra finalmente gli operai, impauriti di dover rifare i lavori, lavorano con zelo. Finalmente alle 22.10 Enrica si ritira nella sua stanza in compagnia di Carlomax (una lampada ad olio) e del piatto (oreo piataki) a parete che da colore alla stanza.
Fig. 6 a. Lettera del 19 novembre 1955 (©Archivi SAIA, Fondo Levi).
Fig. 6 b. Lettera del 19 novembre 1955 (©Archivi SAIA, Fondo Levi).
Fig. 6 c. Lettera del 19 novembre 1955 (©Archivi SAIA, Fondo Levi).
Finalmente, domenica 20 novembre alle 16.00, il getto di c.a. per la costruzione del tetto a lucernario del Museo è completato e tutti si riappacificano tra loro. Seguono i festeggiamenti a base di ouzo e di uno stranissimo intruglio che si chiama abusivamente liquore, io in realtà penso che sia profumo di De Miro travestito. Tutto bene quel che finisce bene, si riparte per Heraklion!
A cura di Angela Dibenedetto
Fig. 6 d. Lettera del 20 novembre 1955 (©Archivi SAIA, Fondo Levi)