Fig. 1 - Fotografia zenitale da drone del tempio di Apollo Pythios (S. Amici - A. Jaia, Università La Sapienza - Roma)
La missione archeologica dell'Università di Padova, guidata dal prof. J. Bonetto, dopo aver concluso lo scavo del Teatro del Pythion, dal 2012 ha rivolto l'attenzione al tempio di Apollo (Fig. 1), già indagato alla fine dell’Ottocento da Federico Halbherr (Fig. 2). Le ricerche, interessate soprattutto al recupero dei blocchi iscritti, individuarono le principali fasi dell’edificio: arcaica, ellenistica e romana, scansione poi convalidata dagli studi successivi di A.M. Colini e M. Ricciardi.
Fig. 2 - Il tempio di Apollo Pythios nel 1919 (Boissonnas & Co, 1919)
Studenti, specializzandi e dottorandi dell’Ateneo patavino (Fig. 3) applicano oggi nuove metodologie e tecniche (scavo stratigrafico, rilievo con stazione totale e fotogrammetrico, analisi petrografiche e datazione al radiocarbonio), al fine di definire con maggior precisione fasi e aspetti cultuali del monumento e delle strutture connesse (altare, heroon, fontana).
Fig. 3 - Il gruppo di lavoro dell’Università di Padova (campagna 2016): da sinistra: Prof. J. Bonetto, E. Brombin, G. Gallucci, E. Bridi, M.C. Metelli e A. Bertelli
Diverse novità sono quindi emerse dagli scavi più recenti, tra cui la configurazione del tempio arcaico nelle forme di un recinto a cielo aperto e l’esistenza di interventi intermedi, come la stesura di una pavimentazione al di sotto della quale è stato rinvenuto un raro statere (Fig. 4) in argento emesso dalla zecca di Knossos (V-IV sec. a.C.), e una doppia fase del vicino heroon (Fig. 5)
Fig. 4 - Moneta di Knossos raffigurante al dritto il Minotauro e al rovescio il labirinto
Durante la prossima campagna di scavo l’attenzione si concentrerà anche sulle aree circostanti il tempio, per definire limiti del santuario e relazione fisica e funzionale con le altre zone della città.
Fig. 5 - Fotografia zenitale dell’heroon del Pythion
Video panoramico da drone del santuario di Apollo Pythios durante lo scavo
(a cura di S. Amici e di A. Iaia, Sapienza Università di Roma)
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